Villa Policreti - Pordenone with love
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Villa Policreti

La famiglia dei Policreti originaria di Treviso; si stabilì successivamente a Motta di Livenza, per giungere poi - nella seconda metà del XVI secolo - a Pordenone.Fu iscritta nel consiglio nobile della città verso il 1560 nella persona di Antonio. Il complesso assume la forma di un quadrilatero: al corpo gentilizio, situato a nord - ovest, si raccorda una barchessa a determinare un struttura ad “L” cui corrisponde, sul lato opposto, un rustico allungato e di pianta articolata, prossimo all'edificio padronale.

Con i suoi figli la casata si divise in due rami: Giovanni Maria fu capostipite della famiglia di Castello, Alessandro di quella di Ornedo (artefice della chiesetta di san Antonio in Ornedo).Dai documenti si evince che Antonio fu l'artefice della casa madre, situata in area pedemontana, fuori dell'abitato, lungo la strada che porta a Costa (frazione di Aviano), alla quale si arriva percorrendo un lungo viale alberato. Il complesso assume la forma di un quadrilatero: al corpo gentilizio, situato a nord - ovest, si raccorda una barchessa a determinare un struttura ad “L” cui corrisponde, sul lato opposto, un rustico allungato e di pianta articolata, prossimo all'edificio padronale.
La chiesetta, posta a sud - est, completa la definizione della corte interna, trattata a giardino; tale sistemazione coinvolge pure l'area immediatamente retrostante, racchiusa in forma di cortina. Il nucleo nobiliare si eleva su tre piani: l'andamento orizzontale e disteso della costruzione si anima, al centro, non per l'aggetto dell'edificio, ma per la decorazione collocata nei punti bene in vista, quali il portale d'accesso con incorniciatura in pietra e, nel piano nobile le tre porte-finestre balaustrate.

Il complesso, edificato dunque nel corso del Cinquecento, pur con rimaneggiamenti di epoca posteriore, non è stato alterato quanto ad impostazione e, rispecchia il criterio austero delle ville-fattoria del periodo: l'intera struttura si presenta come buon esempio di “compromesso”, attestante in territorio friulano, quella particolare tipologia di residenze nobiliari successive alla cosiddetta “fase castellana” ma non ancora coniugate secondo gli stilemi veneti predominanti in epoca immediatamente successiva, dove l'elemento tipizzante in tal senso è dato sicuramente dalla presenza del fogher.Sotto questo profilo va inserita una mappa indicante le località di Costa e Ornedo redatta dal pubblico perito Isidoro Filonico nel 1789, che illustra l'intero complesso dove, nell' insieme della struttura, colpisce la ricca ornamentazione di facciata della zona comitale,la sopraelevazione a timpano, gli imponenti portali in conci di pietra a bugne sporgenti posti sui lati sud ed ovest. Si tratta di una immagine che, pur confermando l'impianto originario ed anche quello attualmente riscontrabile, si caratterizza per la particolare enfasi dei partiti e forme decorative, forse attribuibili ad un ulteriore disegno di ridefinizione settecentesco in realtà mai attuato. Al di là dei dettagli decorativi che accomunano questa residenza con l'altro palazzo dei Menegozzi (scheda rel.), il disegno del Filonico, per quanto sommario possa apparire, sembra proporre una soluzione quasi tardo barocca nonostante il timpano classicheggiante e cioè di impronta antitetica rispetto al rigore evidenziato nel palazzo Menegozzi, già inseribile in un clima di respiro neoclassico.

Nell'Ottocento fu arricchita nella parte posteriore con un colonnato dorico e venne creato il grande parco uno dei più belli del Friuli, oggi sede del Golf Club.