La strada maestra della pittura - Pordenone with love
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TERRITORIO PROVINCIALE

La strada maestra della pittura

Strada maestra della pittura non solo friulana, essa sgrana, lungo l'antica arteria romana che accompagnava il corso del Tagliamento da Concordia (presso Portogruaro) ai guadi di San Vito, Valvasone, Spilimbergo, Pinzano, un rosario di opere d'arte, specialmente pittoriche, alcune grandissime, altre meno, o anche modeste, che però loro insieme formano il più bello e il vero 'museo' della regione.

Si tratta di ammirare opere di Giovanni Antonio de Sacchis detto il Pordenone (1483/4-1539) (massimo pittore del Rinascimento friulano e ben degno di figurare in quello italiano) e dei suoi predecessori: in primo luogo i 'tolmezzini' Domenico Mioni e Gianfrancesco DelZotto da Tolmezzo (massimo pittore, quest'ultimo, del Quttrocento friulano). Poi il 'sanvitese' Andrea di Bortolotto detto il Bellunello, che assieme ai tolmezzini apri il Friuli al Rinascimento pittorico veneto e italiano.
Contemporanei del Pordenone, nel primo Cinquecento, sono il vicentino Marcello Fogolino, e Giampietro o Pietro da San Vito. Continuatori del Pordenone, il genero Pomponio Amalteo, anche lui sanvitese di adozione, il genero di costui Giuseppe Moretto di San Vito, il pordenonese Gasparo Narvesa e lo spilimberghese Marco Tiussi.
L'itinerario consente di incontrare anche alcuni importanti nomi della scultura friulana del Quattrocento: l'intagliatore tolmezzino Giovanni Martini, lo scultore sanvitese Bartolomeo Dell'Occhio e soprattutto il ticinese Giovanni Antonio Pilacorte, fattosi spilimberghese.
Gli affreschi di Sesto e di Spilimbergo, per restare tra le vette, sono invece documenti interessanti della pittura trecentesca nell'Italia settentrionale; così come c'è tanta pittura del Seicento e del Settecento a San Vito e a Cordovado.
L'arte non manca, si impongono anche la natura (un'agricoltura confortante, specie nel settore ortofrutticolo e vitivinicolo), tanta storia legata al Tagliamento, buoni esemplari di 'architettura spontanea', castelli e torri da Spilimbergo a Valvasone, a San Vito a Cordovado, per finire a Sesto dove la maestà della storia (quella rimasta e ancor più quella svanita) rende più tremendo il senso del sacro. Conviene dividere l'itinerario in due tronconi, avendo come centro Casarsa della Delizia.

L'itinirario è divisibile in due percorsi: il primo (70 km) tocca le località di Casarsa della Delizia, Valvasone, Arzenutto, San Giorgio della Richinvelda, Provesano, Spilimbergo, Valeriano, Pinzano, Lestans,Sequals e Travesio; il secondo (40km) quelle di Casarsa della Delizia, Prodolone, San Vito al Tagliamento, Savorgnano, Morsano, Cordovado e Sesto al Reghena.

Itinerario a

Casarsa della Delizia - Valvàsone - Arzenutto - San Giorgio della Richinvelda - Provesano - Spilimbergo - Valeriano - Pinzano - Lestans - Sequals - Travesio.

Percorso: 70 km circa

Itinerario A (nord).

Visitata Casarsa, che non è nota solo per i vini e la sagra di fine aprile, ma anche per le opere di P. Amalteo (1529) nella chiesa di S. Croce, si sale verso Valvasone, paese interessante per lo stato di conservazione del suo centro storico; per gli altari lignei barocchi e gli affreschi di Pietro da San Vito nell'oratorio di S. Pietro o dell'Ospedale; e infine per lo splendido organo del duomo, il più antico del Friuli e tra i più venerandi d'Italia (1532), impreziosito dalle pitture di G.A. Pordenone (1535) e di P. Amalteo.
Sulla strada di Arzenutto sorge il solitario oratorio del Ss. Filippo e Giacomo con altare ligneo attribuito ail'initagliatore Domenico da Tolmezzo (fine Quattrocento) e un ciclo di affreschi di Pietro da San Vito (1515). Nella Parrocchiale di S. Martino sono custodite tra l'altro due pale di P. Amalteo (1548 e 1557), mentre a San Giorgio della Richinvelda, terra di vini e di 'barbatelle' (le giovani viti che a milioni vengono spedite in tutto il mondo), nella suggestiva chiesetta di S. Nicolo in Cimitero c'è un altare marmoreo di G.A. Pilacorte (1497): qui morì nel 1350 il patriarca Bertrando di S. Genesio, ucciso all'età di 80 anni per rancori politici e beatificato.

Si può fare il giro per Pozzo (piccolo museo privato "G.Lenarduzzi" della vita contadina) e per Cosa, a vedere la strana villa-castello d'Attimis-Maniago; la meta seguente è Provesano che nella Parrocchiale racchiude uno dei più importanti documenti dell'arte friulana, il ciclo di affreschi di Gianfrancesco da Tolmezzo (1496), oltre a pitture di Pietro da San Vito e lavori in pietra di G.A. Pilacorte (1498).
Per Barbeano (chiesetta di S. Antonio con affreschi di Gianfrancesco, 1489) e Tauriano (affreschi della Parrocchiale attribuiti a Pietro da San Vito) si entra in Spilimbergo.
E città d'arte per i palazzi, le torri e le logge del suo centro storico; per il complesso del Castello (in realtà un articolato insieme di palazzi, tra i quali spicca il Palazzo Dipinto affrescato da Giovanni da Udine, A. Bellunello e forse -in qualche parte- da G.A. Pordenone); per il duecentesco duomo, autentico museo per le opere d'arte del Trecento (il portale di Zenone da Campione; gli affreschi del coro di Cristoforo, collaboratore del grande Vitale da Bologna), le sculture del Quattrocento (quasi tutti i lavori in pietra sono di G.A. Pilacorte), le pale d'altare del Cinquecento e del Seicento (G. Martini, Palma il Giovane, G. Narvesa, ma soprattutto ben nove lavori di G.A. Pordenone).
Da non dimenticare la trecentesca chiesa dei Ss. Giuseppe e Pantaleone, con pala di G. Narvesa, e soprattutto il prezioso coro ligneo intagliato dal vicentino M. Cozzi per il duomo (1477). A Baseglia si possono ammirare nella chiesa di S. Croce begli affreschi di P. Amalteo e altre opere rinascimentali e barocche; nella chiesa di S. Marco di Gaio notevole un portale scolpito da G.A. Pilacorte (1490).
Si giunge cosi, per il bosco omonimo (molto interessante dal punto di vista florofaunistico), a Vàleriano; per quanto di modeste dimensioni,
è importante meta turistica perché nella Parrocchiale di S. Stefano ha un affresco di G.A. Pordenone (1506, sua prima opera sicura) e nel piccolo oraa torio di S. Maria dei Battuti opere di G.A. Pordenone (facciata esterna e 'Natività', 1527), di G.A. Pilacorte (portale), di G. Narvesa (pala) e affreschi i anonimi tre-quattrocenteschi.
Poco oltre c'è Pinzano che nella Parrocchiale ha, oltre ad affreschi di G.A. Pordenone (1525), anche una pala di G.A. Guardi (1740) e un crocifisso ligneo seicentesco attribuito ad A. Brustolon. Si prosegue per Lestans che, oltre alla sei-settecentesca villa Savorgnan, custodisce nella Parrocchiale di S. Maria Maggiore il grande ciclo di affreschi di P. Amalteo (1535-1551): a Vacile si possono ammirare, nella Parrocchiale di S. Lorenzo, gli affreschi di G.A. Pordenone (1510).
Si aggiunge quindi Sequals, patria di abili mosaicisti e terrazzieri, veri artigiani-artisti che hanno disseminato le loro opere in tutte le capitali del mondo.
Nella quattrocentesca chiesetta di S. Nicolò si possono ammirare il portale di G.A. Pilacorte (1503) e pale di G. Narvesa (1601); nella Parrocchiale di S. Andrea, oltre al battistero di G.A. Pilacorte, varie altre opere, begli altari del Settecento veneziano e mosaici di artisti locali.
Il percorso si conclude a Travesio, che i buongustai conoscono per il formaggio, ma gli innamorati del bello per il ciclo di affreschi di G.A. Pordenone (1517-1533) della pieve di S. Pietro, dove sono anche una pala di P. Amalteo e portale e battistero di G.A. Pilacorte.
Se c'è tempo, si prosegue fino a Paludea di Castelnovo, appena sopra: la chiesa di S. Carlo conserva statua di santo di G.A. Pilacorte (1514).

Itinerario b

Casarsa della Delizia - Prodolone - San Vito al Tagliamento - Savorgnano – Morsano Cordovado - Sesto al Reghena.

Percorso: 40 Km circa

Itinerario B (sud). Da Casarsa, prendendo la strada verso sud, si tocca S. Giovanni, la cui Parrocchiale conserva una pala di P. Amalteo (1577) e una di G. Moretto (1592); si sosta poi a Prodolone, piccolo paese noto agli appassionati d'arte, dato che la Parrocchiale di S. Giacomo ha buoni affreschi rinascimentali attribuiti ad A. Bellunello o a Pietro da San Vito, mentre S. Maria delle Grazio conserva un ciclo di affreschi di P. Amalteo e soprattutto l'altare ligneo di G. Martini, che è tra i più preziosi della regione.
Si giunge così a San Vito al Tagliamento, cittadina molto interessante per significative attestazioni del suo passato (palazzi e torri), per il Musco Provinciale della Vita Contadina, per il Museo Civico (notevole soprattutto per l'archeologia) e per l'Archivio Artistico del Friuli che vi ha sede.

Molte e importanti le opere d'arte del duomo (dei tre 'sanvitesi' A. Bellunello, P. Amalteo, G. Moretto; e poi del Padovanino, di G. Diziani, F. Cappella, F. Zugno; sculture dei friulani Mattiussi). Indispensabili le visite alla chiesa di S. Maria dei Battuti -portale di G.A. Pilacorte (1493), affreschi di P. Amalteo (1535), opere in marmo di P. Baratta e di anonimo veneto (1707) - e alla chiesa di S. Lorenzo o dei Frati - affreschi di A. Bellunello (1481) e di P. Amalteo (1570), che qui si predispose la tomba.
Si prosegue quindi per Savorgnano, che nella Parrocchiale ha opere di A. Bellunello e nella chiesetta di S. Petronilla custodisce anonimi affreschi del 1566. La vicina Gleris conserva nella vecchia chiesa di S. Stefano, un 'S. Cristoforo' di P. Amalteo e affreschi attribuiti ad A. Bellunello.
Si può proseguire per Ramuscello se si desidera vedere la grande villa Freschi-Piccolomini, oppure deviare per Morsano, che ha un paio di chiesette rustiche (S. Rocco e Ss. Pietro e Paolo) affrescate da M. Tiussi e, nella Parrocchiale, una bella pala seicentesca di Palma il Giovane.
Meta importante dell'itinerario artistico è Cordovado, già suggestiva per alcuni palazzi e avanzi significativi dell'antica struttura castellana: nel vecchio e nel nuovo duomo di S. Andrea ha affreschi del Quattrocento di incerta attribuzione, pale di G. De Gobbis, G. Moretto, B. Blaceo, N. Grassi, oltre a varie opere del nostro tempo come gli affreschi di P. Casarini.
Ma l'attrattiva principale è costituita dal seicentesco santuario della Beata Vergine delle Grazie, uno dei monumenti più belli del barocco veneto-friulano, alla cui decorazione lavorarono F. Zaniberti (coro), G. Moretto (le sei tele al sommo dell'ottagono), B. D'Anna, S. Peranda, D. De Spoldi, C. Ferrara, A. Carneo, G. Buzzi. Entrando per un tratto nella provincia di Venezia (Gruaro), si raggiunge facilmente Sesto al Reghena, dove l'itinerario si conclude nel migliore dei modi con la visita al più che millenario complesso dell'abbazia di Sancta Maria in Silvis, fondata dai Longobardi di Cividale per i Benedettini nell' VIII secolo: oltre latorre d'ingresso (1521), si distinguono la cancelleria (ora scuola materna), il campanile (1050), la residenza degli abati (ora municipio), ma soprattutto la basilica (secoli X-XII), con aggiunte e modificazioni posteriori, e con qualche traccia della struttura originaria di oltre due secoli prima).
Ad essa si accede per una loggetta, un vestibolo, un atrio (lapidarium), il tutto con affreschi di varie epoche: quelli del coro appartengono a un pittore del Trecento che a Padova lavorò accanto al grande Giotto.

Fonte Provincia di Pordenone