Per magredi e risorgive - Pordenone with love
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Caneva / Cordenons / Fontanafredda / San Quirino

Per magredi e risorgive

Ideale da compiere in bicicletta o mountain bike, l'itinerario propone un percorso che collega Cordenons a quell'ampia zona di risorgiva posta tra il Cansiglio, la dorsale del Longone e l’altura di Sarone che è il Palù del Livenza, passando per luoghi di interesse naturalistico e storico come San Quirino, Fontanafredda, Vigonovo e Caneva.

La provincia di Pordenone presenta un territorio estremamente eterogeneo e vanta una pluralità di regioni naturali: la fascia montuosa, l’area delle colline, l’alta pianura, le risorgive e la bassa pianura argillo-sabbiosa. I magredi, terreni sterili e aridi ma parenti del fascino della steppa, corrispondono all’alta pianura pordenonese, compresa tra la linea pedemontana e pedecollinare, che culmina sui 300 m e la linea delle risorgive, tra il corso del Livenza ad ovest e il grande alveo del Tagliamento ad est. L’area è di circa 500 kmq e comprende una ventina di comuni circa.

L’itinerario “Magredi e risorgive”, ideale da compiere in biciclettamountain bike, propone un percorso che collega Cordenonsa quell'ampia zona di risorgiva posta tra il Cansiglio, la dorsale del Longone e l’altura di Sarone che è il Palù del Livenza, passando per luoghi di interesse naturalistico e storico come San Quirino al Tagliamento, FontanafreddaVigonovoCaneva.

L'attrattiva principale è costituita dallo splendido panorama, che permette allo sguardo di estendersi per molti chilometri fino a scorgere le vette dei monti in lontananza e i magnifici stacchi di colore: il blu del cielo, il grigio delle distese sassose e qua e là un’alternanza di macchie verdi e rossastre dei pochi arbusti presenti.

I magredi iniziarono a formarsi circa 23 milioni di anni fa, in un periodo di grandi movimenti tettonici, quando emersero i complessi montuosi. Quest’ultimi furono erosi dall’azione fluviale e glaciale e la loro conseguente erosione generò molti materiali detritici che vennero trasportati a valle andando a formare un terreno detritico altamente permeabile, dove l’acqua filtra e scorre nel sottosuolo.

La vegetazione che caratterizza la zona è chiamata brughiera landa, tipicamente caratterizzata da una prateria secca di tipo steppico. Si riconoscono tre fasce di vegetazione: la vegetazione delle grave, il magredo primitivo e il magredo evoluto. Alla prima fascia corrispondono arbusti nani come la Vedovella celeste, il Camaedrio alpino e il Fiordaliso giallo, alla seconda la prateria magra, caratterizzata da varie specie come il Giunco nero, l’Erica carnea e la Dafne odorosa ed infine alla terza fascia una vasta copertura vegetale, con un aumento delle graminacee e con la presenza di molte specie floreali come le ginestre, le mediche, le genziane e le orchidee. 

Passeggiando per la landa si possono scorgere molte specie di uccelli, come l’occhione e il corriere piccolo che nidificano a terra; l’allodola, la pavoncella e varie specie di rapaci come il gheppio e la poiana. Tra i mammiferi non mancano lepri, volpi e caprioli, tra i rettili il ramarro e la lucertola campestre, mentre, tra gli anfibi, si annovera il Rospo Smeraldino. La pianura magredile, cioè la zona che presenta tutte le caratteristiche originarie di queste terre aride, è stata proposta come sito di interesse comunitario, denominato “Magredi del Cellina”, ai sensi della Direttiva europea “Habitat”.
Chi fosse interessato a scoprire da vicino la bellezza dei magredi può perlustrare in macchina, o, ancor meglio, in bicicletta, l’area che circonda il centro urbano di Cordenons, comune delimitato dal torrente Cellina, ad est e dal fiume Meduna, a sud. La zona di nostro interesse è quel territorio arido e sassoso che si colloca nella parte settentrionale del paese e che si estende per quasi 7 chilometri, sulla destra del Cellina, in una sorta di triangolo con un vertice presso il guado di San Foca e la base lungo la strada per Domanins. La superficie, pur in apparenza piatta e monotona, è in realtà percorsa da numerosi avvallamenti, dovuti ai vecchi corsi del Cellina. 
Come già anticipato precedentemente, l’attrattiva principale dell’itinerario è costituita dallo splendido panorama, che permette al nostro sguardo di estendersi per molti chilometri fino a scorgere le vette dei monti in lontananza e i magnifici stacchi di colore: il blu del cielo, il grigio delle distese sassose e qua e là un’alternanza di macchie verdi e rossastre dei pochi arbusti presenti. 
Da Cordenons si può proseguire poi verso San QuirinoSan Foca, inoltrandosi sempre di più nella bellezza dell’ambiente magredile.
Accanto alla zona dei magredi, è interessante osservare anche la fascia delle risorgive, strettamente confinante. Queste sono acque che, incapaci di fluire ulteriormente attraverso il sottosuolo, sempre meno permeabile, alzano il loro livello e sgorgano in superficie, formando fontanai olle. Entrambi sono depressioni, ma, nei primi, l’acqua sgorga per semplice sfioramento dal sottosuolo, nei secondi, invece, la fuoriuscita avviene con una notevole pressione.
Tutta la zona delle risorgive è chiaramente distinta dai magredi per la vegetazione nettamente differente che la caratterizza, rigogliosa e varia. La fascia delle risorgive non supera quasi mai il chilometro ed ha limiti variabili nel corso dell’anno a seconda delle variazioni della falda freatica. Anticamente queste zone furono utilizzate per la caccia e quali luoghi di rifugio, nel tempo vennero ad assumere un carattere sempre più minaccioso poiché venivano considerati luoghi pericolosi e difficilmente percorribili. Tale fama ne determinò la sostanziale conservazione fino al 1700 circa, epoca in cui si registrarono le prime trasformazioni per l’utilizzo delle acque, cui seguirono poi, radicali cambiamenti volti alla bonifica e alla trasformazioni di tali aree in superfici coltivabili. 
Attualmente la Regione Friuli Venezia Giulia ha identificato tali aree come degne di essere tutelate e in particolare la zona presente nel comune di Cordenons è ormai nota con il nome di “Risorgive del Vinchiaruzzo”, dove la parola “Vinchiaruzzo”, deriva da quella dialettale “vinciarùs”, che sta ad indicare i boschi di salici; tale località si trova ad est dell’abitato, tra le quote di 55 e 25 metri sul mare. Qui sono chiaramente visibili i fontanai e le olle ed in particolare si segnala la presenza di olle sabbiose, che presentano un fondo continuamente smosso dal flusso idrico, quasi fosse in ebollizione. L’acqua che fuoriesce è molto limpida e ha una temperatura di 12°-13°; in inverno evapora, si solidifica e ricade sotto forma di aghi ghiacciati aggregati in fiocchi e fili, “la galaverna”. 
La vegetazione tipica della zona è costituita da salici d’acqua, ontani e pioppi neri, frassini maggiori e dal sambuco, mentre vari tipi di alghe, il crescione e le ninfee, si possono osservare all’interno dell’acqua. Passeggiando per i prati, inoltre, si notano iris, cardàmine e parnassie palustri. Nella zona delle risorgive vivono molte specie di uccelli, piccoli mammiferi, coma la donnola, la faina, la talpa, il riccio e qualche scoiattolo, rettili, anfibi e insetti.
La linea delle risorgive, poi, prosegue verso Fontanafredda
Ci soffermiamo, innanzitutto, sul toponimo “Fontanafredda”, che si riferisce proprio all’antica fontana collocata a cavallo della linea delle risorgive e ci rechiamo a vederla nel parco del Ristorante Fassina, poi si prosegue verso il vecchio nucleo abitativo del paese e si osservano le innumerevoli polle d’acqua e qualche laghetto.
Proseguiamo poi fino a Vigonovo per osservare un ambiente naturalistico particolarmente interessante: i prati umidi. Questi si collocano lungo alcuni piccoli corsi d’acqua come il rio Bodegan, il fiume Orzaia, l’Acqua del Molino e caratterizzano in particolare, Val Grande e Molino de Rovere, due aree che fanno parte di un progetto di tutela ambientale attuato dall’amministrazione comunale per la presenza in loco di piante carnivore rare o insolite per la posizione. La Val Grande, a est dell’abitato di Romano di Vigonovo, è caratterizzata da avvallamenti creati dalle acque di risorgiva provenienti da Romano e nella parte centrale presenta molte diverse specie di flora che crescono nelle isole galleggianti particolarmente interessanti dal punto di vista naturalistico. L’Acqua del Molino è formata dalle numerose risorgive a sud di Vigonovo e dalle acque del rio della Missa, è un’area estesa caratterizzata da boschetti di ontano e da prati umidi, ma anche numerose specie di fiori, come le orchidee palmate. Le acque, invece, sono popolate da trote ed anguille.
Lasciando Vigonovo proseguiamo in direzione nord verso Caneva per andare ad ammirare un’ampia zona di risorgiva posta tra il Cansiglio, la dorsale del Longone e l’altura di Sarone: il Palù del Livenza
"Palù", secondo un significativo toponimo indica un particolare paesaggio agrario originatosi da un antica palude e caratterizzato da un fitto reticolato di corsi di risorgiva alberati da filari di siepi. 
La risorgiva e la vegetazione sono due considerevoli elementi che caratterizzano queste zone come zone umide e boschive, di particolare valore culturale, ecologico ed estetico. Alcune caratteristiche proprie di queste zone, come la natura paludosa, sono stati il dato di partenza sul quale si è basata la secolare gestione di questo territorio di non facile domesticabilità, data l'imponente presenza dell'acqua, i fenomeni di ristagno ed esondazione e il rigoglio della vegetazione. I palù sono formati da campi di varie dimensioni, contornati da fossati o da fossi di risorgiva e per questa loro conformazione sono generalmente definiti "chiusi" o “campi chiusi”. I palù sono sempre stati parte di un'ampia rete di insediamenti dell'uomo preistorico.
I Magredi e le risorgive, quindi, rappresentano una meta naturalistica e scientifica di grande importanza con stupendi scorci paesaggistici, spazi per praticare attività sportive e spunti educativi interessanti.

 

Informazioni e approfondimenti su Consorzio Pro Loco Meduna - Livenza