La Shoah dell'Arte | Pordenone With Love
Dal 26 al 28 gennaio 2018

La Shoah dell'Arte

Giunge al suo quarto anno di vita l’iniziativa La Shoah dell’Arte promosso dall’associazione ECAD (ebraismo culture arti drammatiche), impegnata da anni in attività di ricerca, sperimentazione, approfondimento e divulgazione della Memoria, e dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, per celebrare il Giorno della Memoria, sotto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo.

Il progetto museologico e teatrale, fondato su mostre, conferenze e spettacoli a tema, prevede il coinvolgimento in contemporanea, il 27 gennaio, di numerosi musei, gallerie e teatri italiani.

Scrive Vittorio Pavoncello, ideatore dell’iniziativa, «Almeno per un giorno la Shoah diviene centro anche della vita artistica del Paese. L’importanza della memoria della Shoah, e di quanto accadde, attraverso il nostro progetto vuole ricordare, celebrare e dare voce a dei nuovi testimoni che sostituiranno i testimoni sopravvissuti quando questi fisiologicamente non ci saranno più: i nuovi testimoni saranno le opere d’arte. Le opere d’arte di artisti coinvolti nel progetto di sterminio della Shoah in tutti i suoi risvolti sono cariche di una doppia memoria: una memoria estetica unita a quella storica dell’epoca in cui furono create e che a questa sopravvissero. Tutta l’attività museale in fondo preserva ciò che è sopravvissuto o aiuta alcune opere a sopravvivere, quelle che fanno parte della Shoah hanno anche il valore di testimoniare».

Anche per il 2018, quindi, il Museo civico d’arte aderisce all’iniziativa presentando per tre giorni un prezioso e delicato  documento, un documento prima di tutto umano, ma anche storico e artistico: “Bremervörde 1944”,  il Diario di prigionia del pittore Mario Moretti (1917-2008).

All’interno di questo libretto annotazioni, schizzi, una lunga serie di piccole composizioni ad acquarello, quasi “miniature”: nature morte, paesaggi, stanze, ricordi di studi accademici, immagini del campo e di compagni di sventura, progetti di quadri futuri.

Nel ricordare la vita di internato/prigioniero, prima a Beniaminowo, poi a Bremervörde e infine a Wietzendorf,  Mario Moretti affermava: «Attraverso il libretto io evadevo, mi estraniavo, riuscivo a darmi un qualche futuro». Questo libretto è ora testimone “vivente e contemporaneo” della necessità di ricordare e di sperare un futuro, mantenendo alta la propria dignità.

Orario di vista: ogni giorno ore 15.00-19.00

Informazioni

Museo civico d'arte

Corso Vittorio Emanuele II, 51

Pordenone

0434 392935
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